“Non si può non comunicare”, così scrive Paul Watzlawick nella sua Pragmatica della comunicazione umana del 1967. Silenzio e assenza possono urlare e destare più attenzione di altre forme espressive, per dirla quasi con le parole di Gilberto Marconi.

Non vale solo per l’individuo, ancora di più, vale per un’istituzione pubblica, per la PA. Si comunica, negativamente, danneggiando l’immagine pubblica, anche attraverso l’assenza di comunicazione, l’assenza di un pattern di movimenti centrifughi capaci di veicolare contenuti e senso, senso particolarmente prezioso nella fase di costruzione di una visibilità diffusa; la frase è “Chi sono e cosa posso fare per te”.

La comunicazione assente, o modesta, palesa inefficienza e lede la reputazione.

Il principio, quasi dogmatico, che si deve sempre tenere presente, è che non è sufficiente fare, fare bene, ma serve far sapere, comunicare, ciò che si fa.

Fare e non comunicare ciò che si è fatto è come non averlo fatto. L’organizzazione spreca risorse e sottrae alla società, alla comunità, informazioni utili.

Bisogna creare una relazione con il proprio pubblico (fatto di audience tecnica e opinione pubblica), una relazione alimentata dai contenuti, così da determinare la condivisione, tra istituzione e pubblico, delle finalità e degli obiettivi. Il risultato è fine ma anche strumento.

Integrare, quindi, i modelli tradizionali di riferimento, come il face-to-face e gli eventi, con i nuovi media. Progettazione e produzione “corale” delle attività comunicative dell’istituzione, orientate, quindi, all’inclusione degli attori coinvolti nell’azione amministrativa.

Attraverso l’uso sapiente e pianificato di più strumenti social si può raggiungere il “pubblico di massa” a costo zero.

Vanno superati i confini della sala, dell’ambito tecnico-amministrativo, per raggiungere un maggior numero di “riceventi” attraverso il Web. Usare i nuovi media in modo strategico. Coordinarli come se fossero un’orchestra, passare dallo spartito alla partitura. Si costruisce uno status comunicativo in cui ogni medium è inserito in un insieme coeso e armonico, come lo sono, appunto, i tanti strumenti di un’orchestra. Dal particolato all’olonico.